OBBLIGO DI FEDELTA’ DEL LAVORATORE: UN PILASTRO DEL RAPPORTO DI LAVORO
L’obbligo di fedeltà a carico del lavoratore è un principio fondamentale nei rapporti di lavoro. Esso sancisce che il prestatore di lavoro deve agire con lealtà e correttezza nei confronti del datore di lavoro. Vediamo alcuni aspetti chiave.
Contenuto dell’Obbligo: L’art. 2105 del Codice Civile stabilisce l’obbligo di fedeltà. Esso va oltre la mera esecuzione delle mansioni assegnate. Comprende anche il dovere di astenersi da comportamenti che possano danneggiare l’azienda o creare conflitti con gli interessi del datore di lavoro.
Integrazione con Buona Fede: L’obbligo di fedeltà si integra con i principi di buona fede (artt. 1175 e 1375 c.c.). Ciò significa che il lavoratore deve comportarsi correttamente non solo durante l’orario di lavoro, ma anche al di fuori di esso. Ad esempio, evitando attività concorrenziali o divulgazione di informazioni riservate.
Comportamenti Vietati: Oltre agli atti espressamente vietati dall’art. 2105 c.c., il lavoratore deve evitare qualsiasi condotta che possa ledere irrimediabilmente la fiducia del datore di lavoro. Questo include anche la preordinazione di attività contrarie agli interessi aziendali.
Dovere di Diligenza: Oltre alla fedeltà, il lavoratore ha anche il dovere di diligenza. Deve agire con prudenza e attenzione per evitare danni all’azienda.
In sintesi, l’obbligo di fedeltà è un pilastro del rapporto di lavoro. Rispettarlo contribuisce a mantenere un clima organizzativo positivo e a tutelare gli interessi di entrambe le parti.
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